respira a fondo, cerca pace



Il 29 maggio fu il giorno dell’esodo, tanti di noi se ne andarono, temporaneamente, dalle proprie case in cerca di un riparo sicuro dal mostro…
Anche noi ci allontanammo e con noi vennero varie cose tra le quali un libro che ci accompagnò per un lungo periodo durante il nostro esilio volontario.
Il libro era Dinotopia.
Racconta di un viaggio intrapreso da padre e figlio che, superstiti da un naufragio, si ritrovano su di un’isola sconosciuta dove vivono esseri umani e dinosauri in perfetta armonia.
Tra le altre cose portate con noi c’era anche una grande coperta imbottita, piuttosto malconcia ma ancora morbida, che pensammo di usare come tappeto sull’erba.
Tappeto più libro … ecco fatto!

Ogni pomeriggio, quando il caldo ancora lo permetteva, ci sdraiavamo all’ombra degli alberi sulla nostra copertona ed io leggevo ad alta voce qualche pagina di questo incredibile racconto ai bambini, che ci portava lontano anni luce dalla nostra realtà, anche se solo per qualche istante.
Ai bambini piaceva molto:  innamorati dei dinosauri, con una trama interessante e dei bellissimi disegni che lo arricchivano, mi chiedevano insistentemente di andare avanti; era diventato il nostro momento, uno dei pochi da ricordare con serenità in quelle giornate convulse, fatte di paura, di pianto silenzioso, di incredulità per tutto quello che era accaduto …

La frase che mi è rimasta impressa dal libro e che ancora ogni tanto mi torna alla mente è quella che gli abitanti di Dinotopia utilizzavano come saluto, che racchiude in sé l’atteggiamento fisico e mentale di un popolo devoto all’equilibrio con la vita, utopia delle utopie; questo saluto nomina due fondamentali della vita, il respiro e la pace che a noi erano state tolte dall'orribile mostro e ancora, purtroppo, stentano a ritornare.

“RESPIRA A FONDO, CERCA PACE"



tre mesi - parte seconda

... Già tre mesi ...
Più di tre mesi e sembrano un sacco di tempo in più ...
Troppe cose sono successe e adesso tutto deve tornare come prima???
E' molto difficile scrivere di quel giorno, tanto che ho fatto passare giorni, settimane, mesi prima di farlo, anche se spesso mi ritrovo a ripeterlo nella mia testa ...

Quel martedì maledetto avevamo deciso di fare colazione in casa, perchè la temperatura era un po' freschina, poi portati i bimbi a casa dei miei partimmo per il lavoro.
Ore 9, al lavoro ... un forte tremore della palazzina ci spinse fuori dall'edificio, l'ennesimo ma purtroppo piu forte di tutti ...
mi ricordo che dissi ad alta voce: BASTA, BASTA!!! come se il terremoto potesse tenere conto delle nostre piccole vite!
Corsi fuori e con un'occhiata salutai le mie colleghe, il cuore in gola non mi lasciava parlare, solamente le lacrime mi scendevano senza fermarsi; letteralmente volando feci i 18 km che mi separavano dai miei figli, i telefonini erano chiaramente inutilizzabili.
Vidi mio fratello fuori dalla palazzina degli uffici dove era stato trasferito, visto l'inagibilità del precedente stabile  dopo il terremoto del 20. Almeno lui stava bene!
Rotonde, strada, incroci, curve tutto era troppo lento; per radio Oscar Giannino stava spiegando in diretta la scossa avvertita fino a Milano, magnitudo 5,8 ...
Arrivai alla casa dei miei genitori: per fortuna stavano tutti bene, spaventati ma fuori di casa e salvi.
Dal telefono di casa riuscì a raggiungere il mio compagno che lavorava a 30 km e che mi raccontò di aver sentito la scossa mentre guidava in macchina, come se improvvisamente gli fosse saltata una gomma ... Lo informai che stavamo bene e che sarei andata a controllare la nostra casa ...

Già la casa ...
Era ancora in piedi, ma in che stato!!!
La prima cosa che feci dopo aver preso un bel respiro per riuscire ad entrare e superare la paura, fu quella di staccare computer, chiavette e portarli nella tenda al riparo, poi dvd di video di famiglia, foto, album, raccoglitori di disegni dei bimbi, libroni del nido e della materna, tutto quello che era a portata di mano e rientrava nel settore "ricordi".
Può sembrare stupido ma finito di salvare quelle cose non sapevo più cosa portare fuori, niente aveva la precedenza, anche perchè le incursioni si limitavano alla zona davanti alla porta di casa, non mi attentavo nemmeno ad andare in cucina, perchè pur essendo al piano terra dovevo allontanarmi di più dall'uscita.
Poi arrivò anche lui e verificammo che le crepe esterne erano aumentate, arrivando fino al tetto, e internamente al pian terreno la situazione non era molto bella, non osavamo pensare al primo piano, persino la porta verso il giardino era incastrata, schiacciata dal muro soprastante che si era mosso.
Le scosse continuavano anche se più deboli, ma visto  quello che era appena successo non ci si poteva fidare di niente.
Tornammo dai bimbi, che per fortuna erano in buone mani, ma l'agitazione era tanta ...
Cosa fare? Aspettare e poi? Di tornare in casa non se ne parlava, nemmeno pensando alla notte, tende servono tende, forse un camper, e mio padre legato ad una sedia a rotelle, cosa fare, cosa fare, cosa fare .........
Tornammo alla nostra casa per cercare di tirare fuori ancora un po' di cose: impossibile essere lucidi in quei momenti, non sai cosa prendere, bisogna fare in fretta perchè c'è un mostro che sta arrivando, sembra che tutto debba finire, come se la terra si inghiottisse case e strade e persone ...
Cominciammo con tutto quello che era più vicino alla porta perchè l'unico parametro era la sicurezza, così libri, oggetti, materassi, coperte usate nella notte, cuscini, vestiti appoggiati alla sedia, giacche.
Io avevo trovato una scatola e mi ero messa a raccogliere i cd della libreria, in parte caduti, ma ad un certo punto ... altra tremenda, terribile scossa, infinita, infinita ... con due salti fui fuori di casa ed urlando "Andiamo via, andiamo via!!!" chiudemmo la porta, uscemmo dal cancello, salimmo in macchina ed ancora, ancora tutto tremava, tanto che sembrava che la macchina sbattesse contro il muretto della recinzione ...

Scappare ... l'unica soluzione possibile al momento era scappare, scappare il più lontano possibile!
Così fu: con due macchine strapiene di ogni cosa, 7 persone, sedia a rotelle, borse e sacchetti con il minimo indispensabile per ognuno di noi, medicine ed attrezzi vari, computer, macchine fotografiche e qualche gioco per i bimbi scappammo il più velocemente possibile.

Per noi fu una giornata disastrosa e ancora non sapevamo dei tremendi danni e delle vittime che purtroppo questi terremoti avevano fatto.

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Non so se tutto ritornerà come prima, possiamo fingere che questo accada, e forse a forza di fingere arriveremo a crederci davvero ... ma io so che ogni giorno ed ogni notte penso a come salvarmi e come salvare i miei cari se tutto questo tornasse, alle vie di fuga, a preparare un piano B, e continuo a tenere coperte e cuscini in macchina perchè, ormai, ho perso la fiducia ...




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